Sotto la superba grandezza dell'Epomeo tra valli e colli degradanti verso il mare si stende la bella spiaggia di Citara. Un mare sempre allettante e limpido sciaborda a poco a poco confondendosi in alcuni punti con le rinomate acque termali.
Citara vuol dire acqua che fa «fecondare» o che fa «proliferare». Lo storico D'Ascia afferma che l'acqua di Citara fu posta dai romani sotto la protezione di Venere Citarea, di cui fu trovata una statua di marmo bianco, andata poi distrutta.
Oggi qui al sole, nell'esaltazione di una natura che tocca il divino e lungi dalla frenetica vita moderna ci si ritrova uomini. Qui, al riparo dall'alta costa di Punta Imperatore, in una cornice di Bouganville e di piante tropicali e subtropicali, nel 1962 si cominciò la costruzione di un modernissimo complesso termo-balneare, la "città giardino" delle terme Poseidon, che in un indimenticabile contorno di piscine, giardini e servizi, sfrutta con criteri modernissimi le alte qualità curative delle acque.
A questo moderno mondo turistico si affianca un'antica leggenda ispirata dalle bizzarre formazioni rocciose che si scorgono dalla spiaggia: si dice che di qui sia passata la nave dei Feaci con Ulisse e che al suo ritorno si sia trasformata per punizione in una roccia. Si narra, ancora, che due uomini tentarono la fuga dalla nave, ma che anch'essi furono trasformati in scogli, prima di potersi mettere in salvo sulla spiaggia. Più simpatica è invece la tradizione orale che afferma che in queste acque solevano bagnarsi le vestali, e che le acque termali di queste sorgenti avessero delle capacità rivitalizzanti sulle capacità amatorie di chi vi si bagnasse.